tumore e psicologia a legnano

Sulla linea verticale col tumore

tumore e psicologia a legnano

Da La linea verticale: una storia dietro al tumore

“Prima di ammalarmi mi ritenevo indistruttibile, ma se devo essere sincero la mia vita non girava bene. Se mi fossi ascoltato di più, avrei sentito che qualcosa non andava. La malattia è arrivata in maniera esplosiva, deflagrante, ha cambiato tutto. E anche se è difficile ammetterlo ha cambiato tutto in meglio. Mi ha aperto gli occhi, la testa, il cuore. Ora ho nuovi desideri, voglio essere centrato, voglio stare in piedi, voglio vivere in asse su una linea verticale, non voglio avere paura, perché la paura ti mangia e non serve a niente.
Voglio guardarmi intorno e vivere tutto quello che è possibile, con generosità e vitalità. Questo tumore mi ha salvato la vita. Senza questo tumore, sarei senz’altro morto.

Quando ho saputo di avere un tumore, quando mi hanno dato quella notizia, sono morto all'istante, e poi da quel momento ogni minuto trascorso, ogni ora, giorno, mese, è stato sorprendente e inaspettato. E' stato un regalo, un dono, come un morto a cui si dice puoi vivere ancora, non si sa quanto ma puoi vivere ancora, basta fare un passo alla volta." Apri gli occhi, che tu sia sano o malato, apri gli occhi, la testa, il cuore perché questa è una storia che ti riguarda. La storia di una crisi come quella dei miei pazienti - che come tutte le crisi - può trasformarsi in un pericolo o in una occasione di crescita, costruzione, l'inizio della vita e la scoperta della vita che si ha bisogno di vivere. La linea verticale è un restare in piedi, è il rimanere vivi con tutte le forze. Umana, commovente, senza retorica, spaventosamente ironica, reale. Tra un Netflix e l'altro, non perdete #Lalineaverticale, di Mattia Torre con Valerio Mastandrea. www.raiplay.it/programmi/lalineaverticale/

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